13/03/11

La crociata dei bambini per la scuola pubblica

Pensa che bello. Una “crociata di fanciulli” per le strade di Roma in difesa della Costituzione: una manifestazione – drammatica e giocosa a un tempo – in difesa della Carta, che sarebbe potuta finire in un libro di Ray Bradbury o in una canzone di Sting. Pensa che cosa terribile per il povero Umberto Bossi: tutto il corteo era pieno di tricolori al vento, di musica, di voci, si snodava per le passeggiate del Pincio e lungo gli squarci della Roma papalina in bianco rosso e verde, si coloriva di canti da asilo nido, cori del Va’ pensiero, suggestioni risorgimentali. Orrore. Il tutto per effetto di un cortocircuito davvero preoccupante fra il lavoro degli “inculcatori” bolscevichi, dei genitori antiberlusconiani e delle solite toghe rosse che sobillano il paese. Un classico dell’Italia che odia. Un cocktail esplosivo, per il Cavaliere: insieme, uniti nella lotta, gli ostinati ed arcaici difensori della nostra Carta e la terrificante macchina organizzativa delle scuole per l’infanzia. Se è vero – ed è vero – che ogni manifestazione ha un’anima, ieri in piazza si è vista sfilare questa variopinta, effervescente, commovente “Children crusade”: una crociata di fanciulli e professori, una piazza del Popolo così ricolma di piccoli bolscevichi sovversivi (per giunta accompagnati dai loro genitori e dai loro educatori, con atteggiamento pericolosamente complice) che per reprimerla non sarebbe bastato l’arresto preventivo giustamente invocato da Maurizio Gasparri e nemmeno una piccola Bolzaneto allestita dall’efficiente Scajola: per svuotare quella piazza strapiena, ieri, ci sarebbe voluto un intervento congiunto dei provvidenziali mercenari gheddafiani del Ciad e dei servizi sociali coordinati dal ministero dell’Interno.

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